Esportano di più, investono di più nella transizione digitale e green e sono più
attente al benessere dei territori e del capitale umano. E’ l’identikit delle imprese che
hanno una forte relazione (socie o clienti) con le Banche di Credito Cooperativo e Casse
Rurali (BCC), da cui traggono supporto per sostenere i loro investimenti in materia di ESG
che si traducono anche in migliore competitività.
Il 28% del fatturato di queste imprese è realizzato all’estero (contro il 24% delle
altre realtà imprenditoriali che non hanno una BCC come partner bancario); il 23% ha
investito o investirà nella Duplice transizione (ecologica e digitale) nel triennio 2023-2025
(contro il 13%); il 29% punta sulla formazione del proprio personale per migliorare la
capacità di iniziativa (contro il 18% delle altre imprese); il 30% mira alla qualità dei prodotti,
ai legami con il territorio e alla valorizzazione del brand Made in Italy per differenziarsi e
aumentare i clienti e le vendite (contro il 24% delle altre imprese). Anche per questo le
imprese servite dalle BCC mostrano il 12% di probabilità in più rispetto alle altre aziende di
riuscire a conseguire crescite del fatturato.
È quanto emerge da un’indagine promossa da Federcasse, la Federazione Italiana
delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, e realizzata dal Centro Studi delle
Camere di Commercio “Guglielmo Tagliacarne” su un campione di 3.100 imprese
manifatturiere e dei servizi di piccola dimensione (tra 5 e 49 addetti).
Più in particolare, secondo lo studio, le imprese clienti BCC hanno una performance
complessiva ESG superiore del 27% rispetto alle altre imprese, con punte del 33% al
Mezzogiorno e del 52% nel sociale (S). Queste imprese sono anche più propense ad investire
in green per migliorare il processo/prodotto, il 29% lo ha già fatto nel 2020-2022 (contro il
23% delle altre realtà aziendali) e il 42% lo farà entro il 2025 (contro il 31%). Mentre, il 36%
ha già investito in tecnologie 4.0 nel 2020-2022 (contro il 26%) e il 37% intende farlo entro
quest’anno (contro il 25%).
Ma c’è anche un effetto sulla maggiore capacità di queste imprese di essere coesive,
ovvero di fare “rete” con le altre imprese e con i soggetti attivi sul territorio: il 28% dichiara
che il sistema bancario che afferisce al Credito Cooperativo facilita/rafforza le relazioni della
propria azienda con altri stakeholder, il doppio delle altre imprese (14%). E a questa “spinta
coesiva” delle BCC pare ascrivibile quasi la metà del sorpasso di performance economica
delle imprese loro clienti sulle altre: il 34% ha difatti registrato un aumento nel 2024 di
fatturato (contro il 26%) e il 18% di occupati (contro il 13%).
“QuesƟ risultaƟ – soƩolinea il Presidente di Federcasse Augusto dell’Erba – sono da
meƩere in relazione alla validità del modello di banca cooperaƟva e mutualisƟca che vede
nella confermata funzione anƟciclica, nel forte radicamento territoriale e nel conƟnuare a
esercitare il ‘credito di relazione’ elemenƟ importanƟ per innescare processi di innovazione
produƫva, funzionali al rispeƩo dei requisiƟ ESG per le più piccole realtà imprenditoriali e
rappresentandone un evidente faƩore compeƟƟvo”.
“In un periodo di profonda incertezza in cui i canoni tradizionali della
globalizzazione si vanno profondamente ridefinendo – soƩolinea il DireƩore Generale del
Centro Studi Tagliacarne Gaetano Fausto Esposito – lo studio dimostra che la prossimità
territoriale conƟnua a rappresentare nel nostro Paese un effeƫvo elemento di ancoraggio e
di performance economica disƟnƟva per le imprese se è accompagnato da una relazione con
banche capaci di integrare gli aspeƫ crediƟzi con quelli della sostenibilità”.
I presƟƟ alle imprese – divise per Ɵpologia – delle 218 Banche di Credito
CooperaƟvo, Casse Rurali e Casse Raiffeisen italiane (BCC) rappresentano il 24,2% degli
impieghi al comparto “alloggio e ristorazione” (turismo), il 23,5% alle imprese agricole e
dell’agro-industria; il 24,00% alle imprese arƟgiane e della piccola manifaƩura; il 15,8% a
quelle del seƩore immobiliare e delle costruzioni; il 15,6% alle IsƟtuzioni non profit.
La rete degli sportelli delle BCC supera il numero di 4.090, il 31% dei quali collocaƟ
nelle aree interne. In 780 Comuni le BCC sono l’unica realtà bancaria presente. In altri 510
Comuni hanno una sola banca “concorrente”.
Stampato il 15.06.2025 alla url https://www.fedcc.it/comunicati-stampa/gli-investimenti-esg-delle-imprese-italiane-il-rapporto-virtuoso-con-le-banche-di-credito-cooperativofattore-di-crescita-e-competitivita-i-risultati-di-una-indagine-del-centro-studi/